domenica 7 ottobre 2007

inquietudine....

penso spesso al significato della parola inquietudine...ansia...desiderio di fuga...anelito misto a paura...forse vigliaccheria...ho trovato nelle parole di Céline l'inquietudine associata alla miseria...quella vera e quella dell'anima, degli esseri normali che sono sempre sbagliati e non hanno dentro le armi per essere più grandi della vita e si aggirano per l'esistenza ricavandosi l'unica salvezza possibile minati appunto dall'inquietudine...soggetto...oggetto...

"Ah! Se l'avessi incontrata prima, Molly, quando c'era ancora il tempo di prendere una strada invece che un'altra! Ma era troppo tardi per rifarmi una giovinezza, non ci credevo più! Si diventa rapidamente vecchi e in modo irrimediabile per giunta. Te ne accorgi dal modo che hai preso di amare le tue disgrazie tuo malgrado. La natura è più forte di te, ecco tutto. Ci prende le misure in un certo genere e non puoi più uscirne da quel genere lì. Avevo preso la strada dell'inquietudine. Si prende pian piano sul serio il proprio ruolo e il proprio destino senza rendersene ben conto e poi quando ci si volta indietro è troppo tardi per cambiare. Si diventa tutti agitati e rimane tutto così per sempre.
Son tornato a trovare Molly e le ho raccontato tutto. Per nascondermi la pena che le facevo s'è data un gran daffare, ma comunque non era difficile vedere che ce l'aveva... E' un pò umiliante, ma comunque, è proprio pena, non è orgoglio, non è nemmeno gelosia, nè scene, è nient'altro che la vera pena del cuore e bisogna ben dirsi che tutto questo ci manca dentro e quanto al piacere di provare della pena siamo a secco...Ti assicuro che ti amo Molly, e ti amerò sempre, come posso, a modo mio...il mio modo, non era molto. Ma avevo anche quella brutta inclinazione per i fantasmi. Forse nient'affatto per colpa mia. La vita vi obbliga a restare un pò troppo spesso con i fantasmi...Tu sei molto affettuoso Ferdinand, mi rassicurava lei, non piangere per me, tu sei come malato della voglia di saperne sempre di più, ecco tutto, insomma devi fare la tua strada, di là, tutto solo, è il viaggiatore solitario quello che va più lontano. Partirai presto allora? Si, vado a finire gli studi in Francia e poi tornerò, l'assicuravo io con faccia di bronzo. No Ferdinand, non tornerai più, e poi non sarò nemmeno più qui...Non era stupida...Arrivò il momento della partenza...Ecco che sei già lontano Ferdinand. Tu fai vero, Ferdinand, esattamente quello che hai voglia di fare! Ecco quel che importa...è solo questo che conta...Il treno è entrato in stazione. Non ero più molto sicuro della mia avventura quando ho visto la macchina. L'ho abbracciata Molly con tutto il coraggio che avevo ancora nella carcassa. Avevo una gran pena, autentica, una volta tanto, per il mondo intero, per me, per lei, per tutti gli uomini. E' forse questo che si cerca nella vita, nient'altro che questo, la più gran pena possibile per diventare se stessi prima di morire. Sono passati degli anni da quella partenza e poi ancora anni...Buona, ammirevole Molly, vorrei se può ancora leggermi, da un posto che non conosco, che lei sapesse che non sono cambiato per lei, che l'amo ancora e sempre, a modo mio, che lei può venire qui quando vuole a dividere il mio pane e il mio destino furtivo...Per lasciarla mi ci è voluta proprio della follia, della specie più brutta e fredda. Comunque ho difeso la mia anima fino ad oggi, e se la morte, domani, venisse a prendermi, non sarei, ne sono certo, mai tanto freddo, cialtrone, volgare come gli altri, per quel tanto di gentilezza e di sogno che Molly mi ha regalato nel corso di qualche mese d'America"

Céline, Viaggio al termine della notte

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