mercoledì 26 dicembre 2007

...dello scrivere...



"...il sole si era spostato nel cielo e le innumerevoli finestre del Ministero della Verità, avevano un aspetto sinistro, come le feritoie di una fortezza. La vista di quell'enorme struttura piramidale lo gettò nello sconforto. Era troppo forte, impossibile dargli l'assalto. Neanche mille bombe-razzo lo avrebbero abbattuto...
...ancora una volta si chiese per chi stesse scrivendo il suo diario...per il futuro, per il passato, per un'epoca che poteva essere del tutto immaginaria...e davanti a lui non si parava la morte ma l'annientamento, il diario sarebbe stato ridotto in cenere e lui, vaporizzato. Solo la Psicopolizia lo avrebbe letto, prima di spazzarlo via dall'esistenza e dalla memoria. Come potevate rivolgervi al futuro quando di voi non sarebbe sopravvissuta, fisicamente, la benchè minima traccia, nemmeno una parola, scribacchiata su un pezzo di carta?
...egli era un fantasma isolato, che proclamava una verità che nessuno avrebbe mai udito, ma finchè avesse continuato a proclamarla, in un qualche misterioso modo l'umana catena non si sarebbe spezzata...non era facendosi udire che si salvaguardava il retaggio degli uomini, ma conservando la propria integrità mentale...tornò al tavolo, intinse la penna nell'inchiostro e scrisse:

Al futuro o al passato, a un tempo in cui il pensiero sia libero, gli uomini siano gli uni diversi dagli altri e non vivano in solitudine...a un tempo in cui la verità esista e non sia possibile disfare ciò che è stato fatto...dall'età dell'uniformità, dall'età della solitudine, dall'età del Grande Fratello, dall'età del bipensiero...Salve!!

...lui era già morto, gli venne fatto di pensare. Ebbe l'impressione di aver mosso il passo decisivo solo ora, ora che aveva cominciato a dare forma scritta ai suoi pensieri. Le conseguenze di ogni azione sono racchiuse nell'azione stessa. Scrisse:

Lo psicoreato non comporta la morte, esso è la morte.

Ora che si era reso conto di essere un uomo morto, diveniva essenziale restare in vita il più a lungo possibile...

1984 G. Orwell

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