giovedì 12 giugno 2008

...quando non ho più blu metto del rosso...



"...molti molti anni fa, un tale mi disse che negare i propri sogni equivale a vendere la propria anima...ero giovane allora e non sapevo che quelle parole avrebbero trovato un loro particolare posto dentro di me e che sarebbero rimaste mie per sempre...però ricordo di aver battuto le palpebre e di aver scosso il capo annuendo come se quegli stessi movimenti mi spingessero ancor più dentro la verità...ero pieno di sogni...sogni...sogni...sogni e ancora sogno e la balena è un sogno...quand'ero bambino e vivevo lontano dal mare, giocare con le navi era la mia passione, bastava un pezzetto di legno nell'acqua non avevo bisogno di vele o vapore solo della fantasia e le mie navi navigavano in acque calme come l'olio o sbattute dalle più terribili tempeste...dighe e moli erano i posti dove giocavo e passavo ore interminabili sulla riva o su una banchina a guardare battelli di ogni tipo o bandiera entrare e uscire dal porto, gettare l'ancora o fermarsi al largo con gli uomini che venivano a terra a bordo di piccole lancie...me ne stavo a guardare la marea che cambiava lentamente la posizione delle navi che davano stratti alle catene...guardavo e sognavo e la sera poi sdraiato a letto mi lasciavo trascinare dalla fantasia da ogni parte e così partivo per luoghi che avevo visto solo in fotografia, col nostro rimorchiatore che affrontava i marosi di Capo Hattanas o navigava tra le isole Kay...nomi che suonavano lontanissimi e romantici...un giorno finalmente saltai a bordo di un rimorchiatore e attraversai il porto nei due sensi...stavo vivendo un sogno e un vecchio marinaio di coperta mi guardava sorridendo e mi parlò del tempo passato per mare e di tutti i paesi che aveva visitato e di tutti gli oceani che aveva solcato, mi parlò anche di quando era imbarcato su di una baleniera e dell'aspetto che avevano le balene che navigavano il mare e degli improvvisi spruzzi quando balzavano fuori dall'acqua e dello schianto delle enormi code quando frustavano la superficie del mare...e imitò persino la voce della balena...il capitano mi lasciò restare nella timoniera e perfino mi permise di prendere il timone per un attimo, ma quelle poche ore le passai quasi tutte con il vecchio marinaio di coperta ad ascoltare storie...storie di balene...per giorni e notti rivissi poi quel giorno sognando sempre di insegnare a danzare alle balene...
Non ancora ventenne presi finalmente il mare...tutta una vita passata a sognare del mare si spense ed iniziò un'altra vita in cui il sogno veniva in realtà vissuto...non mi imbarcai mai su una baleniera, però ho visto molte volte le balene affiorare alla superficie causando appena qualche increspatura e apparivano così dolci e forti e indomabili e appoggiato al parapetto a guardarle col pensiero io gli insegnavo a danzare e loro gridavano la loro gioia guizzando intanto e volteggiando nell'acqua agitando la gran coda a tempo gioiosamente con la musica...e quando giungeva il momento cantavano l'ultima nota e salutavano agitando la coda e inevitabilmente proseguivano per la loro strada e io per la mia sempre appoggiato al parapetto fissando lo spegnersi delle increspature e sentendo che una parte di loro era ancora con me e una parte di me era ancora con loro...più o meno insomma divennero parte del mio sogno...una parte stranamente importante quanto me stesso...ma bisognava essere in due a fare quel sogno e ancora bisogna...
Benchè sia sbarcato da diversi anni ormai, ancora oggi sogno, siamo tutti ex marinai qui e parliamo dei tanti porti che abbiamo visitato, delle infinite genti, degli innumerevoli paesi che abbiamo visto, molti dei quali hanno cambiato nome decine di volte...però cerco di stare quanto più possibile da solo a guardare il porto...un porto che un tempo era stipato di barche di ogni tipo e che ora è solo attraversato di tanto in tanto da qualche nave...come tutto è cambiato...il mio sogno invece è immutato, lo continuo...chiudo gli occhi e sento la musica e loro vengono tutte intorno a me e ballano e cantano...com'è bello vedere il mare scorrere giù dai loro dorsi che brillano e luccicano e anche se sono di proporzioni mostruose provocano appena qualche increspatura quando navigano i mari infiniti...e io le chiamo con le mani alla bocca e le saluto con un forte e felice SALVE AMICHE!!...e loro agitano la coda e balliamo e ridiamo e questa cosa chiamata morte non esiste più...io so che finchè il mio cuore e quella leviatanica parte di me senza età nè tempo sono riempiti dal mio sogno, dalla mia visione delle amiche danzanti...so che c'è solo vita...una vita immensa e forte e bella e dolcissima e gioiosissima come le mie amiche e dove vanno loro vado io...siamo dunque inseparabili e la mia vita è la loro e la loro è la mia e facciamo tutti parte dello stesso sogno..."

H. Selby Jr. "Il canto della neve silenziosa"

...gli influssi sono forze...occasioni...personalità...irresistibili come maree...sono qualcosa di intravisto con la coda dell'occhio...di sfuggita...che viene inevitabilmente dotato di vita e di conseguenze...gli influssi erano e sono inesorabili...

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