
Solitario può essere paradossalmente indistinguibile da solidale...tenacemente al fianco della propria morte...al fine contrapposizione tra essere accessibile e essere altro...quel pensiero diverso che vorremmo ricacciare nel profondo...sorpresi...spaventati da quanto gli abbiamo sentito suggerirci...
"...mi sentivo profondamente avvilito e non lo vidi chinarsi su di me finchè non mi sussurrò qualcosa all'orecchio. All'inizio non capii, allora lo ripetè. Mi disse di voltarmi facendo finta di nulla e di guardare verso un masso che stava alla mia sinistra. Disse che la mia morte mi stava osservando e che se mi fossi girato al suo segnale forse sarei riuscito a vederla. Mi fece segno con gli occhi. Mi voltai e mi sembrò di cogliere un guizzo sulla roccia. Sentii un brivido, i muscoli addominali mi si contrassero involontariamente e avvertii uno spasmo. Dopo un momento mi ricomposi e cercai di darmi una spiegazione razionale: quel movimento guizzante era stato un'illusione ottica provocata dal fatto che mi ero voltato all'improvviso. La morte è la nostra eterna compagna, disse Don Juan molto seriamente. E' sempre alla nostra sinistra, alla distanza di un braccio. Ti stava osservando...ti ha sussurrato nelle orecchie e tu hai sentito un brivido...ti ha sempre osservato e lo farà sempre fino al giorno in cui busserà alla tua porta. Tese il braccio a sfiorarmi leggermente la spalla e nello stesso tempo produsse un profondo schiocco con la lingua...l'effetto fu devastante, fui quasi sul punto di vomitare. Si...disse dopo una lunga pausa...uno di noi qui deve cambiare e in fretta...uno di noi deve imparare di nuovo che la morte è il cacciatore e che sta sempre alla nostra sinistra..."
C. Castaneda "Viaggio a Ixtlan" 1972
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