sabato 29 dicembre 2007

...digressioni depressive precapodanno o delirio influenzale??



...febbre...
...dolore...
...notte insonne...
...pensieri affollati e angoscianti...

chissà perchè nel delirio finisco sempre a pensare ai simbolisti

...lui e lei...si amano...si amano da pazzi...si nascondono in un giardino in una notte buia...sono abbracciati e parlano...parole d'amore...lei sta parlando...ad un certo punto si ferma e gli dice...tu mi stai ascoltando vero, sei qui, sei qui con me?...e lui dice...si, sono qui con te, penso a te...e lei continua a parlare...poi di nuovo...un attimo di esitazione...lo guarda negli occhi...non vede i suoi occhi e allora si ferma e gli dice...dove sei? a me sembra che tu stai guardando altrove...e lui risponde...io ti stavo guardando altrove...

"Pelléas et Mélisande" M. Maeterlinck

...pensiero discutibile...
...febbre...

mercoledì 26 dicembre 2007

...dello scrivere...



"...il sole si era spostato nel cielo e le innumerevoli finestre del Ministero della Verità, avevano un aspetto sinistro, come le feritoie di una fortezza. La vista di quell'enorme struttura piramidale lo gettò nello sconforto. Era troppo forte, impossibile dargli l'assalto. Neanche mille bombe-razzo lo avrebbero abbattuto...
...ancora una volta si chiese per chi stesse scrivendo il suo diario...per il futuro, per il passato, per un'epoca che poteva essere del tutto immaginaria...e davanti a lui non si parava la morte ma l'annientamento, il diario sarebbe stato ridotto in cenere e lui, vaporizzato. Solo la Psicopolizia lo avrebbe letto, prima di spazzarlo via dall'esistenza e dalla memoria. Come potevate rivolgervi al futuro quando di voi non sarebbe sopravvissuta, fisicamente, la benchè minima traccia, nemmeno una parola, scribacchiata su un pezzo di carta?
...egli era un fantasma isolato, che proclamava una verità che nessuno avrebbe mai udito, ma finchè avesse continuato a proclamarla, in un qualche misterioso modo l'umana catena non si sarebbe spezzata...non era facendosi udire che si salvaguardava il retaggio degli uomini, ma conservando la propria integrità mentale...tornò al tavolo, intinse la penna nell'inchiostro e scrisse:

Al futuro o al passato, a un tempo in cui il pensiero sia libero, gli uomini siano gli uni diversi dagli altri e non vivano in solitudine...a un tempo in cui la verità esista e non sia possibile disfare ciò che è stato fatto...dall'età dell'uniformità, dall'età della solitudine, dall'età del Grande Fratello, dall'età del bipensiero...Salve!!

...lui era già morto, gli venne fatto di pensare. Ebbe l'impressione di aver mosso il passo decisivo solo ora, ora che aveva cominciato a dare forma scritta ai suoi pensieri. Le conseguenze di ogni azione sono racchiuse nell'azione stessa. Scrisse:

Lo psicoreato non comporta la morte, esso è la morte.

Ora che si era reso conto di essere un uomo morto, diveniva essenziale restare in vita il più a lungo possibile...

1984 G. Orwell

...digressioni depressive post natalizie...



YouTube - Angela Gheorghiu "Amami Alfredo" Traviara Rehearsal Roma '03


...l'addio più strabico della storia dell'opera...e forse...dell'arte in generale...

domenica 23 dicembre 2007

Show me the way to the next whiskey bar

- Senti, ho cambiato idea, voglio scendere.
- Ormai non si può scendere, alla partenza son stato chiaro, se parti resti.
- Ma non avevo orecchie per udire, ne voce per parlare, tantomeno la possibilità di conoscere.
- Perchè invece adesso...
- Adesso si.
- E invece adesso no, hai conosciuto solo questa chiatta, e pure male, sai esprimerti parzialmente, e sei divorato da passioni senza motivo. Vuoi scendere e non sai nuotare



Oh, show me the way to the next whiskey bar
Oh, don't ask why, oh, don't ask why
Show me the way to the next whiskey bar
Oh, don't ask why, oh, don't ask why

For if we don't find the next whiskey bar
I tell you we must die, I tell you we must die
I tell you, I tell you, I tell you we must die

Oh, moon of Alabama
We now must say goodbye
We've lost our dear old mama
And must have whiskey, oh, you know why

Oh, show me the way to the next little girl
Oh, don't ask why, oh, don't ask why
Show me the way to the next little girl
Oh, don't ask why, oh, don't ask why

For if we don't find the next little girl
I tell you we must die, I tell you we must die
I tell you, I tell you, I tell you we must die

Sogni...



diurni...notturni...esiste davvero una differenza tangibile nell'intensità o nel desiderio che li governa?

...rebus irrisolvibile...

...soluzioni molteplici...

(la definizione scientifica)
Il sogno è un fenomeno legato al sonno e in particolare alla fase REM del sonno, caratterizzato dalla percezione di immagini e suoni apparentemente reali.

...una possibile interpretazione...

...secondo Freud il sogno sarebbe la realizzazione allucinatoria durante il sonno di un desiderio inappagato durante la vita diurna...

Il sogno del prigioniero

Albe e notti qui variano per pochi segni.
Il zigzag degli storni sui battifredi
nei giorni di battaglia, mie sole ali,
un filo d'aria polare,
l'occhio del capoguardia dello spioncino,
crac di noci schiacciate, un oleoso
sfrigolio dalle cave, girarrosti
veri o supposti - ma la paglia é oro,
la lanterna vinosa é focolare
se dormendo mi credo ai tuoi piedi.

La purga dura da sempre,
senza un perché.
Dicono che chi abiura e sottoscrive
può salvarsi da questo sterminio d'oche;
che chi obiurga se stesso, ma tradisce
e vende carne d'altri, afferra il mestolo
anzichè terminare nel paté
destinato agl'Iddii pestilenziali.

Tardo di mente, piagato
dal pungente giaciglio mi sono fuso
col volo della tarma che la mia suola
sfarina sull'impiantito,
coi kimoni cangianti delle luci
sciorinate all'aurora dai torrioni,
ho annusato nel vento il bruciaticcio
dei buccellati dai forni,
mi son guardato attorno, ho suscitato
iridi su orizzonti di ragnatele
e petali sui tralicci delle inferriate,
mi sono alzato, sono ricaduto
nel fondo dove il secolo e il minuto

e i colpi si ripetono ed i passi,
e ancora ignoro se saro al festino
farcitore o farcito.
L'attesa é lunga,
il mio sogno di te non è finito.

sabato 22 dicembre 2007

Il gatto Pascià...



Quando la nave affonda i topi scappano – quando il gatto non c’è, i topi ballano.

Capitan Remo era il capo di un drappello di allegri topolini da nave, quei topi che scelgono a loro permanente dimora non la campagna, non una fogna, non lo sgabuzzino di una casetta rurale, ma la stiva di una nave. Possibilmente, una nave commerciale, quelle navi che, adibite al trasporto di generi alimentari, hanno le stive cariche di ogni ben di dio, pasta, sughi, pesce, carni, dolci, ed ogni sorta di cibarie utile per imbandire una degna tavola ‘topesca’. Quelle navi, ancora, che solcano gli oceani da un continente all’altro, in lunghi, lunghissimi viaggi densi di affascinanti avventure.

Certo, un tempo, all’alba delle grandi epiche traversate, le avventure erano all’ordine del giorno, fra tempeste, naufragi, pirati e corsari, e nuove terre da scoprire. Oggigiorno il viaggio non offre più troppe sorprese, le traversate, grazie all’alta velocità delle navi, sono divenute più brevi, i pirati si sono estinti, come i dinosauri, le fate, e le sirene.

Ad ogni modo ogni viaggio, per quanto comodo e sicuro, conserva un quid di mistero, e qualche piccolo imprevisto, qualche pericolo nascosto nell’ombra e pronto a balzare fuori con piglio felino. E proprio felino era, innanzitutto, il pericolo dal quale Capitan Remo e i suoi compagni dovevano guardarsi durante i loro viaggi: il gatto Pascià, l’obeso proprietario della nave Aurora.

Beh, non esattamente il proprietario, piuttosto il gatto del proprietario. Nondimeno Pascià si comportava precisamente da proprietario, e godeva di ogni sorta di privilegi: non era costretto a svolgere alcun lavoro, aveva libero accesso ad ogni luogo e aveva diritto al cibo migliore ed alle coccole di tutto l’equipaggio.

A dire il vero, normalmente Pascià non costituiva per i topolini di Capitan Remo un pericolo mortale. Essendo ben pasciuto, addirittura troppo pasciuto, di regola non riservava eccessive attenzioni ai topolini della stiva. Essenzialmente, spendeva il proprio tempo acciambellato su di una sedia accanto alla stufa, e se ne allontanava giusto il tempo di fare i suoi bisogni o di mangiare la sua pappa, sbocconcellando svogliatamente qui e là, da bravo gatto viziato qual era. Tuttavia un gatto è pur sempre un gatto, e come tale non cessa, per quanto pigro possa essere, di costituire per un topo un possibile, sia pur remoto, rischio. Un minimo d’attenzione era sempre consigliabile.

L’altro pericolo, non eliminabile, era il mare stesso. Certo, le navi oggi sono molto più resistenti, grandi e sicure di un tempo, ma il mare è una forza ignota e misteriosa, e dall’oleosa distesa della bonaccia può, sotto l’impeto di venti inattesi, trasformarsi d’improvviso nella più spaventosa tempesta che si sia mai vista. E spazzare via un grosso bastimento come un fuscello di canna in una brezza autunnale. E qui non c’è cautela che possa aiutare, quando la tempesta arriva, arriva e basta. E se la nave comincia ad affondare, allora resta solo la fuga.

E i topi sono dei veri esperti in questo genere di fughe. Lo dice anche il proverbio: quando la nave affonda, i topi scappano. Rapidi ed organizzati, senza farsi prendere dal panico, al primo segnale di pericolo, prendono ordinatamente posto sulle scialuppe di salvataggio, le femmine e i cuccioli per primi, i maschi poi, e si lasciano scivolare sereni verso la salvezza.

Non c’è nulla di male, al contrario, è un comportamento saggio e ragionevole. Voi non scappereste forse, se la vostra nave stesse affondando? Chiunque dotato di un briciolo di buon senso lo farebbe. Tuttavia, la saggezza e la ragione sovente non trovano posto nel nostro mondo di insensatezze. Sicché la fuga viene dai più giudicata come sintomo di vergognosa vigliaccheria. E di conseguenza i topi che, come recita il proverbio, scappano, sono universalmente ritenuti inguaribili vigliacchi. E’ sbagliato, è ingiusto, ma che ci volete fare?, così è la vita.

Per Capitan Remo questa fama di codardia che aleggiava intorno alla sua gente era però motivo di grande cruccio. Ed era determinato a mostrare al mondo che no, i topi non sono affatto i vigliacchi animali di cui tanto si vocifera, al contrario, sono coraggiosi e temerari oltre ogni limite. Al pari dei leoni, al pari delle tigri, al pari delle creature più temute e rispettate nel selvaggio mondo della natura.

E per dare finalmente la prova di tutto il misconosciuto ardire dei roditori, da tempo si era organizzato: con grande tenacia e perseveranza aveva istruito tutto il suo gruppo a resistere al naturale impulso di fuggire il pericolo. Aveva tenuto lunghe lezioni teoriche sulla virtù del coraggio, ed aveva organizzato numerose prove pratiche per forgiare il carattere dei suoi topi ed inibire la propensione alla fuga.

Un corso intensivo di temerarietà.

Al termine del corso, la prova d’esame: recarsi con aria decisa, senza esitazioni d’alcun genere, presso la ciotola del gatto Pascià, mangiarne il contenuto con indolenza, e rimanere fermi per almeno trenta secondi ad attendere intrepidi le spaventose conseguenze.

La ‘spaventosa’ conseguenza era invero che il gatto Pascià, avvolto nella sua pelliccia bianca, dall’alto della sua sedia presso la stufa, se ne restava immobile a guardare questa lunga teoria di topi che andavano e venivano dalla sua ciotola, troppo sbigottito per profferire verbo. Ma se il topo riusciva a terminare la prova resistendo all’insopprimibile impulso di darsi alla fuga, allora l’esame era superato, e il topo era promosso.

Tutti i topi di Capitan Remo superarono brillantemente l’esame.

Il capitano era soddisfatto. Quando se ne fosse presentata l’occasione, i suoi topi non sarebbero fuggiti da una nave che affonda, ma ritti sull’attenti, la zampetta destra orizzontale sulla fronte in segno di saluto militare, avrebbero affrontato la morte senza paura, e finalmente il mondo avrebbe riconosciuto il grande coraggio insito nella natura topesca.

E l’occasione si presentò, purtroppo, anche troppo presto!

La giornata era cominciata bene, c’era perfino il sole, su in coperta. I topi, sparpagliati qui e là nella stiva, erano intenti alle abituali occupazioni, chi cucinava, chi leggeva il giornale, chi schiacciava un pisolino, i piccoli si rincorrevano ruzzanti e felice… insomma, il solito. Quando all’improvviso il cielo si oscurò tutto, nubi dense come pece scivolarono sull’orizzonte, e tuoni, lampi, fulmini, e il mare prese a sollevarsi con vigore, scuotendo forte tutta la nave. Onde gigantesche si abbattevano sulla fiancata, sollevavano la nave e la proiettavano di nuovo con forza verso il basso. E infine il mare si aprì un varco nella fiancata, e la nave prese ad affondare, lenta e pesante, come un elefante che muore.

I marinai, bene addestrati, prepararono le scialuppe di salvataggio.

I topi, bene addestrati, si disposero in due file, dritti sulle zampette, immobili, concentrati, pronti a dar la prova del loro coraggio. Pronti a coraggiosamente morire.

Ma morire, era davvero coraggio? O non era piuttosto banale stupido esibizionismo?

Questo si chiedeva, Capitan Remo, al cospetto della sua truppa di topi.

E guardava quei musetti innocenti che avevano creduto alla necessità di dimostrare il loro coraggio dando la vita, che avevano creduto in lui, e d’un tratto avvertì tutta la stupida insensatezza dei suoi ordini, dei corsi, delle prove. A che pro? Cosa ne sarebbe rimasto, alla fine? Un drappello di topi morti, ecco cosa ne sarebbe rimasto. Morti inutili. Per causa sua.

Così si alzò davanti alla sua fedele truppa e diede un ordine secco, perentorio: scappare, di corsa, tutti, prima che fosse troppo tardi.

Ma troppo tardi lo era, purtroppo.

Non che non ci fosse più il tempo materiale per fuggire, no, quello in verità c’era, tutto.

Ma nel momento esatto in cui, impartito l’ordine di fuggire, i topi in coperta si apprestavano a lasciare la nave, il gatto Pascià scivolava aggraziato in una delle scialuppe e… quando il gatto non c’è, lo impone il proverbio, i topi ballano!

Così non appena il gatto fu sulla scialuppa, in salvo, fuori della nave, i topi sentirono l’irresistibile impulso a ballare. E ballarono, tutti, in coppie, in quadriglie, ballavano il tango, il foxtrot, la macarena, il flamenco… La nave affondava, e i topi ballavano.

PIZZA THE HUT

!!!!!!!!!!!!!!!!!!!ATTENZIONE...le immagini nel video, per il loro contenuto altamente sconvolgente, potrebbero urtare la vostra sensibiltà...

YouTube - Balle Spaziali - Pizza margherita e Vicenzino


Pizza Margherita....il prototipo assoluto dello strozzino intergalattico...viscido e schifiltoso...capostipite di una progenie parassita diffusasi come una catastrofe epidemiologica...

...la salvezza verrà da creature straniere provenienti da un altro pianeta?????

(non potevo esimermi)

venerdì 21 dicembre 2007

tutto cambia...nulla cambia...



"...dopo il ritorno delle pecore, in una deliziosa serata, quando, finito il lavoro, gli animali stavano rientrando alle loro stalle, un terribile nitrito di cavallo risuonò nel cortile...stupiti, gli animali si arrestarono...un maiale stava camminando sulle gambe posteriori...un pò goffamente, come se non fosse abituato a portare in quella posizione il suo considerevole peso, ma con perfetto equilibrio, passeggiava su e giù per il cortile...stringeva fra le zampe una frusta...seguì un silenzio mortale...c'era qualcosa di strano nel suo viso...sembrava avere cinque menti...o no quattro...anzi no tre...era in continua mutazione...le creature di fuori guardavano dal maiale all'uomo, dall'uomo al maiale e ancora dal maiale all'uomo...ma già era loro impossibile distinguere fra i due..."


liberamente tratto da "La fattoria degli animali" di G. Orwell

giovedì 20 dicembre 2007

The end



This is the end, beautiful friend
This is the end, my only friend
The end of our elaborate plans
The end of everything that stands
The end

No safety or surprise
The end
I'll never look into your eyes again

Can you picture what will be
So limitless and free
Desperately in need of some stranger's hand
In a desperate land

Lost in a Roman wilderness of pain
And all the children are insane
All the children are insane
Waiting for the summer rain
There's danger on the edge of town
Ride the King's highway
Weird scenes inside the gold mine
Ride the highway West, baby

Ride the snake
Ride the snake
To the lake
To the lake

The ancient lake, baby
The snake is long
Seven miles
Ride the snake

He's old
And his skin is cold
The West is the best
The West is the best
Get here and we'll do the rest

The blue bus is calling us
The blue bus is calling us
Driver, where are you taking us?

The killer awoke before dawn
He put his boots on
He took a face from the ancient gallery
And he walked on down the hall

He went into the room where his sister lived
And then he paid a visit to his brother
And then he walked on down the hall
And he came to a door
And he looked inside
Father
Yes son?
I want to kill you
Mother, I want to. . .

C'mon baby, take a chance with us
C'mon baby, take a chance with us
C'mon baby, take a chance with us
And meet me at the back of the blue bus

This is the end, beautiful friend
This is the end, my only friend
The end

It hurts to set you free
But you'll never follow me

The end of laughter and soft lies
The end of nights we tried to die

This is the end


******************************************
Questa è la fine
magnifico amico
Questa è la fine
mio unico amico, la fine
dei nostri piani elaborati, la fine
di ogni cosa stabilita, la fine
né salvezza o sorpresa, la fine
non guarderò nei tuoi occhi... mai più
puoi immaginarti come sarà
così senza limiti e libero
disperatamente bisognoso di una... mano straniera
in un... paese disperato
perso in una romana... regione di dolore
E tutti i bambini sono alienati
tutti i bambini sono alienati
aspettando la pioggia estiva
C'è pericolo alla periferia della città
cavalca la King Highway, baby
strane scene all'interno della miniera d'oro
cavalca l'autostrada ovest, baby
cavalca il serpente, cavalca il serpente
fino al lago, l'antico lago, baby
Il serpente è lungo, sette miglia
cavalca il serpente... è vecchio e la sua pelle è fredda
l'ovest è il meglio, l'ovest è il meglio
Vieni qui e ci occuperemo del resto
l'autobus blu ci chiama
Autista, dove ci porti
L'assassino si svegliò prima dell'alba, s'infilò gli stivali
Prese una maschera dall'antica galleria
e s'incamminò verso l'atrio
andò nella stanza dove viveva sua sorella e... poi lui
fece una visita a suo fratello, e poi lui
s'incamminò verso l'atrio
arrivò a una porta... e guardò dentro
padre, sì figlio, voglio ucciderti
madre... ti voglio... fottere
Vieni, baby, rischia con noi
e incontrami sul fondo del bus triste
faccio un rock triste, su un bus blu
uccidi, uccidi, uccidi,
Questa è la fine
magnifico amico
questa è la fine
mio unico amico, la fine
mi fa male liberarti
ma tu non mi seguirai mai
la fine delle risate e delle dolci bugie
la fine delle notti in cui tentammo di morire
Questa è la fine

When The Music's Over



When The Music's Over
by The Doors: Jim Morrison, Ray Manzarek,
Robby Krieger e John Densmore

Yeah, c'mon
When the music's over
When the music's over, yeah
When the music's over
Turn out the lights
Turn out the lights
Turn out the lights, yeah

When the music's over (3)
Turn out the lights (3)

For the music is your special friend
Dance on fire as it intends
Music is your only friend
Until the end (3)

Cancel my subscription to the resurrection
Send my credentials to the House of Detention
I got some friends inside

The face in the mirror won't stop
The girl in the window won't drop
A feast of friends
"Alive!" she cried waitin' for me outside!

Before I sink into the big sleep
I want to hear, I want to hear
The scream of the butterfly

Come back, baby
Back into my arm
We're gettin' tired of hangin' around
Waitin' around with our heads to the ground

I hear a very gentle sound
Very near yet very far
Very soft, yeah, very clear
Come today, come today

What have they done to the Earth?
What have they done to our fair sister?
Ravaged and plundered and ripped her and bit her
Stuck her with knives in the side of the dawn
And tied her with fences and dragged her down

I hear a very gentle sound
With your ear down to the ground
We want the world and we want it...
We want the world and we want it...
Now. Now? Now!

Persian night, babe
See the light, babe
Save us! Jesus! Save us!

So when the music's over
When the music's over, yeah
When the music's over
Turn out the lights (3)

Well the music is your special friend
Dance on fire as it intends
Music is your only friend
Until the end! (3)


**********************************************
Quando La Musica è Finita
Traduzione dall'inglese di Bruno Moretti IKWQA


Sì, vieni
Quando la musica è finita
Quando la musica è finita, sì
Quando la musica è finita
Spegni le luci
Spegni le luci
Spegni le luci, sì

Quando la musica è finita (3)
Spegni le luci (3)

La musica è la tua amica speciale
Balla sul fuoco come si intende
La musica è la tua sola amica
Fino alla fine (3)

Cancella la mia sottoscrizione alla resurrezione
Spedisci le mie credenziali alla Casa di Detenzione
Ho degli amici lì dentro

La faccia nello specchio non si ferma
La ragazza alla finestra non vuole cadere
Una festa tra amici
"Vivo!" lei pianse aspettandomi fuori!

Prima che sprofondo nel grande sonno
Voglio ascoltare, voglio ascoltare
Il grido della farfalla

Torna indietro, baby,
Torna tra le mie braccia
Siamo stanchi di vagare
Aspettando con le nostre teste per terra

Ho sentito un suono molto gentile
Molto vicino e già molto lontano
Molto soffice, sì, molto chiaro
Vieni oggi, vieni oggi

Cosa hanno fatto alla Terra?
cosa hanno fatto alla nostra bella sorella?
Devastata, depredata, lacerata e colpita
Con coltelli conficcati dalla parte dell'alba
E chiusa con recinti e trascinata in giù

Sento un suono molto gentile
Con il tuo orecchio sul suolo
Noi vogliamo il mondo e lo vogliamo...
Noi vogliamo il mondo e lo vogliamo...
Adesso. Adesso? Adesso!

Notte persiana, bambina
Guarda la luce, bambina
Salvaci! Jesus! Salvaci!

Cosi quando la musica è finita
Quando la musica è finita, sì
Quando la musica è finita
Spegni le luci (3)

Bene la musica è la tua amica speciale
Balla sul fuoco come si intende
La musica è la tua sola amica
Fino alla fine! (3)

mercoledì 19 dicembre 2007

velocità...



correre...correre...correre...correre...

correre...correre...correre...correre...

correre...correre...correre...correre...


veloci...sempre più veloci...veloci...veloci...

sempre più...sempre più...sempre più...veloci...

veloci...veloci...veloci...veloci...veloci...veloci...veloci...


il ripetere continuo e sempre più veloce disgrega...scompone...quello che è frase o semplicemente parola ritorna puro fonema...suono...segno grafico...la forza visiva si sovrappone e quasi sovrasta...


Veemente dio d’una razza d’acciaio,
Automobile ebbrrra di spazio,
che scalpiti e frrremi d’angoscia
rodendo il morso con striduli denti…
scateno i tuoi giganteschi pneumatici,
per la danza che tu sai danzare
via per le bianche strade di tutto il mondo…

…Io sono in tua balìa!…Prrendimi!…Prrrendimi!…
Marinetti

mercoledì 12 dicembre 2007

“La guerra è pace; La libertà è schiavitù; L’ignoranza è forza”

"...Prese il libro di storia per bambini e guardò il ritratto del Grande Fratello che campeggiava sul frontespizio. I suoi occhi lo fissarono, ipnotici. Era come se una qualche forza immensa vi schiacciasse, qualcosa che vi penetrava nel cranio e vi martellava il cervello, inculcandovi la paura di avere opinioni personali e quasi persuadendovi a negare l’evidenza di quanto vi trasmettevano i sensi. Un bel giorno il Partito avrebbe proclamato che due più due fa cinque, e voi avreste dovuto crederci. Era inevitabile che prima o poi succedesse, era nella logica stessa delle premesse su cui si basava il Partito. La visione del mondo che lo informava negava, tacitamente, non solo la validità dell’esperienza, ma l’esistenza stessa della realtà esterna. Il senso comune costituiva l’eresia delle eresie. Ma la cosa terribile non era tanto il fatto che vi avrebbero uccisi se l’aveste pensata diversamente, ma che potevano aver ragione loro. In fin dei conti, come facciamo a sapere che due più due fa quattro? O che la forza di gravità esiste davvero? O che il passato è immutabile? Che cosa succede, se il passato e il mondo esterno esistono solo nella vostra mente e la vostra mente è sotto controllo?..."
1984 - George Orwell

martedì 11 dicembre 2007

Il sondaggio obiettivamente orietatato

Cosa c'è di più interessante di un sondaggio che vuole essere obiettivo, semplice uno che è orientato ad un obiettivo.
Alla base del problema c'è cosa pensa la gente, la volontà di sapere cosa pensa la gente, la volontà di potenza, il desiderio più forte, controllare la mente, la volontà. Solo a dirlo mi irroro di sangue...
Il punto fondamentale che sempre si tralascia è che il pensiero è discorsivo. Cosa pensiamo?? Perchè crediamo in questo o quello??
In un sondaggio non ha importanza. E' importante però considerare che per portare la gente ad un determinato modo di pensare devi assecondare la sua volontà di potenza, farla vibrare, creare un discorso, un pensiero. Se fai sentire la gente potente essa ti si affezionerà come ad una droga...
Niente di nuovo.
Ma nel mio sondaggio sono orientato ad un obiettivo. Sarà necessario assecondare la volontà di potenza di ognuno...
In tempi di abbondanza è puramente rappresentativa.

lunedì 10 dicembre 2007

dal limite al flusso

tutte le oscillazioni si propagano con una velocità che dipende solamente dalle caratteristiche del mezzo che le supporta e non dalla velocità con cui la sorgente dell'eccitazione si muove rispetto a tale mezzo...

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

è laggiù in fondo...scruta bene...


è...o è stato...

era...o era stato...

fu...o fu stato...

sarà...o sarà stato...

sia...o sia stato...

fosse...o fosse stato...

sarebbe...o sarebbe stato...


stringe...stringe fortissimo...avviluppa...è un vortice sempre più veloce...


La nostalgia (parola composta dal greco νόστος (ritorno) e άλγος (dolore): "dolore del ritorno") è uno stato di tristezza e di rimpianto per la lontananza da persone o luoghi cari o per un' evento collocato nel passato che si vorrebbe rivivere...


e la chicca...


Il momento della tristezza rappresenta l'incontro tra il desiderio e i suoi limiti propri. Non è l'esterno che in qualche modo delimita il desiderio, bensì questi limiti sono costitutivi del desiderio stesso. Accettare la propria limitatezza aiuta in qualche modo a superare la tristezza.


...io sono limitata...

...io sono limitata??????


...scruta bene...lo spiraglio è laggiù in fondo...


domenica 9 dicembre 2007

Ikea

Solo, nella luce artificiale.
Mi muovo tra le onde del traffico.
Torrenti che durante le piene si trasformano in fiumi ignoranti che travolgono ogni cosa al loro passaggio.
Flutti che strappano e si contendono tutto ciò che prima era posto di lato.
Ansia, paura angoscia.
Forse non vedrò l'uscita...